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detto
trifauce, cioè d'una
vastissima gola. Le quali cose
qui dette dell'
Imprese Gentilizie sono da premettersi
a ciò, che de' lor
Principj si è ragionato in
quest'Opera
la prima volta stampata, ch' è 'l
terzo luogo di quel
Libro, per lo quale non ci 'ncresce per altro d'esser'
uscito alla luce.
V. In conseguenza di tutto ciò, da queste
lettere,
e queste
leggi, che truovò
Mercurio Trimegisto agli
Egizj, da questi
caratteri, e questi
nomi de'
Greci,
da questi
nomi, che significano e
genti, e
diritti a'
Romani, gli
tre Principi della lor dottrina,
Grozio,
Seldeno, Pufendorfio dovevan'incominciar'a parlare
del
Diritto Natural delle Genti; e sì dovevano con
intelligenza spiegarla co'
Geroglifici, e con le
Favole,
che sono le
medaglie de' tempi, ne' quali si fondarono
le Nazioni Gentili; e sì accertarne i
costumi con una
Critica Metafisica sopra essi Autori delle Nazioni; dalla
quale doveva prendere i primi lumi questa
Critica Filologica sopra degli
Scrittori; i quali non provennero
che assai più di mille anni dopo essersi le Nazioni
fondate.
Ultimi Corollarj
D'intorno alla Logica degli Addottrinati.
I. Per le cose ragionate finora in forza di questa
Logica Poetica d'intorno all'
Origini delle Lingue si fa
giustizia a' primi di lor'
Autori d'essere stati
tenuti in tutti i tempi appresso per
Sappienti; perocchè
diedero i
nomi alle
cose con
naturalezza, e
propietà;
onde sopra vedemmo, ch'appo i Greci, e Latini
nomen e
natura significarono una medesima cosa.
II. Ch'i
Primi Autori dell'Umanità attesero ad una
Topica Sensibile, con la quale univano le propietà, o qualità