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serba questa tanto grande
antichità alla città di
Pozzuoli,
che fu detto
Puteoli da più
piccioli pozzi uniti: et è
ragionevole congettura fondata sul
Dizionario Mentale,
ch'abbiamo detto, che tante
città sparse per le antiche
Nazioni, che si dicono
nel numero del più, da questa
cosa una in sostanza si appellarono con
favella articolata
diversamente.
Quivi si fantasticò la
Terza Deità Maggiore, la
qual fu
Diana; che fu la
prima umana necessità, la
quale si fece sentir'a'
Giganti fermati in certe terre,
e
congionti in matrimonio con certe donne. Ci lasciarono
i
Poeti Teologi descritta la
Storia di queste cose con
due
Favole di Diana: delle quali
una ce ne significa la
pudicizia
de' matrimonj; ch' è quella di
Diana, la quale
tutta tacita al
bujo di densa
notte si giace con
Endimione
dormente; talch' è
casta Diana di quella
castità, onde una
delle
Leggi di Cicerone comanda,
Deos caste
adeunto; che si andasse a sagrificare, fatte le
sagre
lavande prima: l'
altra ce ne narra la
spaventosa religione
de' Fonti, a' quali restò il perpetuo aggiunto di
sagri; ch' è quella d'
Atteone; il quale,
veduta Diana
ignuda, la Fontana viva;
dalla Dea spruzzato d'acqua,
per dire, che la Dea gli gittò sopra il suo grande spavento,
divenne cervo, lo più timido degli animali;
e
fu sbranato da' suoi cani, da' rimorsi della propia coscienza
per la religion violata: talchè
lymphati propiamente
spruzzati d'acqua pura, che tanto vuol dire
lympha,
dovettero dapprima intendersi cotali
Atteoni impazzati
di superstizioso spavento: la qual'
Istoria Poetica serbarono i
Latini nella voce
Latices, che debbe venire
a
latendo, c' hanno l'aggiunto perpetuo di
puri, e significano
l'acqua, che sgorga dalla fontana; e tali
Latices de'
Latini devon'essere le
Ninfe compagne di Diana appo i
Greci; a' quali
nymphae significavano lo stesso,
che
lymphae: e tali
Ninfe furon dette da' tempi, ch'apprendevano