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tempi erano
fuori dell'Imperio Romano, il quale nulla
importava a' Romani Giureconsulti.
VI.
Le società non erano conosciute per quel
costume
ciclopico, ch'ogni padre di famiglia curava solamente
le cose sue, e nulla impacciavasi di quelle d'altrui,
come sopra
Omero ci ha fatto udire nel racconto, che
fa
Polifemo ad
Ulisse.
VII. E per questa stessa ragione non erano conosciuti
i
mandati; onde restò quella regola di Diritto
Civile Antico,
per extraneam personam acquiri nemini.
VIII. Ma a quello dell'
Eroiche essendo poi succeduto
il
Diritto delle Genti Umane, che diffinisce
Ulpiano,
si fece tanto rivolgimento di cose, che la
vendita,
e compera, la qual'anticamente, se nell'atto
del contrarsi non si stipulava la
dupla, non produceva
l'
evizione, oggi è la
Regina de' contratti, i quali si
dicono
di buona fede, e naturalmente anco
non patteggiata la deve.
Canone Mitologico.
Ora ritornando agli tre caratteri di
Vulcano, Marte,
e
Venere, è qui d'avvertire, e tal'
Avvertimento dee tenersi a luogo d'un'importante
Canone di
questa Mitologia, che questi furono
tre divini caratteri significanti essi
Eroi, a differenza di
altrettanti, che
significarono
plebei: come
Vulcano, che fende il capo
a Giove con un colpo di scure, onde
nasce Minerva;
e volendosi frapporre in una contesa tra Giove, e Giunone,
con un calcio da Giove è precipitato dal Cielo,
e restonne zoppo:
Marte, a cui
Giove in una forte
riprensione, che gli fa appo
Omero, dice, essere lo
più vile di tutti i Dei; e
Minerva nella contesa degli
Dei appo lo stesso Poeta il ferisce con un
colpo di sasso;
che devon'essere stati i
plebei, che servivano agli
Eroi