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venir'in Creta con la nave, la quale fu detta
Toro,
con cui noi sopra spiegammo, che
Minosse rapiva garzoni,
e donzelle dall'
Attica, e
Giove innanzi aveva
rapito
Europa. A questo genere d'Istorie Civili è da
richiamarsi la
Favola d' Jo: Giove se n'innamora; l' è
favorevole con gli auspicj:
Giunone n' è gelosa, con la
gelosia civile, che noi sopra spiegammo, di serbare
tra gli Eroi le nozze solenni: e
la dà a guardare ad Argo
con cento occhi; a Padri Argivi, ogni uno col suo
luco, con la sua terra colta, come sopra l'interpetrammo:
Mercurio, che qui dev'essere carattere de'
plebei mercenarj,
col suono del piffero, o più tosto col
canto
addormenta Argo; vince i Padri Argivi in contesa
d'auspicj, da' quali si cantavan le sorti nelle nozze solenni:
et
Jo quivi si cangia in vacca, che si giace
col
toro, col quale s'era giaciuta
Pasife: e va errando
in
Egitto, cioè tra quelli Egizj stranieri, co' quali
Danao aveva cacciato gl'
Inachidi dal Regno d'Argo. Ma
Ercole a capo di età si
effemmina; e
fila sotto i comandi
d'
Jole, ed
Onfale; va ad assoggettire il diritto eroico
de' campi a'
plebei; a petto de' quali gli
Eroi si dicevano
Viri, che tanto a' Latini suona
viri, quanto
a' Greci significa
Eroi; come
Virgilio incomincia l'
Eneide con peso usando tal voce,
Arma Virumque cano;
et
Orazio trasporta il primo verso dell'
Odissea,
Dic mihi, Musa,
Virum:
E
Viri restaron'a' Romani per significare
mariti solenni,
maestrati, Sacerdoti, e
giudici; perchè nelle
Aristocratie poetiche e
nozze, ed
imperj, e
sacerdozj,
e
giudizj erano tutti
chiusi dentro gli
Ordini Eroici: e
così fu accomunato il
diritto de' campi Eroico a' plebei
della Grecia, come lo fu da'
Patrizj Romani a'
plebei comunicato
il diritto quiritario per la
seconda Agraria combattuta, e riportata con la
Legge delle XII. Tavole,