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Fisici per la
bellezza della Natura, anzi per tutta la
Natura formata; la qual' è bella, et adorna di tutte le
sensibili forme.
Uscì il
Mondo de' Poeti Teologi da quattro elementi
Sagri, dall'
Aria, dove fulmina
Giove; dall'
Acqua delle
fonti perenni, di cui è Nume Diana; dal
Fuoco,
onde
Vulcano accese le selve; e dalla
Terra colta, ch' è
Cibele, o
Berecintia: che tutti e
quattro sono gli
elementi
delle divine cerimonie, cioè
auspicj, acqua, fuoco,
e
farro, che guarda
Vesta; che, come si è detto
sopra, è la stessa, che
Cibele, o
Berecintia; la quale
delle
terre colte afforzate di
siepi con le
ville poste in
alto in figura di
torri, onde a' Latini è
extorris, quasi
exterris, ella va
coronata; con la qual corona si chiude
quello, che ci restò detto
Orbis terrarum; ch' è
propiamente il
Mondo degli uomini. Quindi poi i
Fisici ebbero il motivo di meditare ne'
quattro elementi, de' quali
è composto il
Mondo della Natura.
Gli stessi
Poeti Teologi et agli
elementi, et alle
indi uscite innumerabili
speziali nature diedero
forme
viventi, e
sensibili, ed alla maggior parte umane;
e ne finsero tante, e sì varie
Divinità, come abbiamo
ragionato sopra nella
Metafisica: onde riuscì acconcio
a
Platone d'intrudervi il
placito delle sue
Menti, o
Intelligenze;
che Giove fusse la
mente dell'etere,
Vulcano
del fuoco, e altri somiglianti. Ma i
Poeti Teologi tanto
intesero tal'intelligenti sostanze, che fin'ad
Omero non s'intendeva essa
Mente Umana, in quanto per forza
di
riflessione resiste al
senso; di che vi sono due luoghi
d'oro nell'
Odissea, dove vien detta o
forza sagra,
o
vigor'occulto, che son lo stesso.